Autore: Mario Guaraldi (Pagina 20 di 29)

Fellini martoriato: il superprof si arrabbia

Paolo Fabbri si scaglia contro il numero monografico di “MicroMega” dedicato al Maestro

Da MicroMega: Fellini proibito (con dei disegni di Federico Fellini) di Ganfranco Angelucci
Lea, Anna, Sandra, Nadia, Selma, Patrizia, Liliana, Giovanna, Carlotta, Giusy, Jolanda, Adriana, Daniela… Un saggio inedito, ricco di annotazioni e particolari finora poco noti, raccolti di prima mano dall’amico e sceneggiatore Angelucci, racconta del rapporto di Federico Fellini con le numerose donne che hanno attraversato la sua esistenza. Relazioni intense e fugaci, o legami che sono durati tutta la vita: ognuna delle donne incontrate dal regista di 8½ ha lasciato un segno indelebile, testimoniato anche dai numerosi disegni che Fellini ha dedicato loro, e di cui pubblichiamo una selezione.

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Gli immigrati? Sono tutti come il profugo Enea

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L’Italia, lo sappiamo, l’ha fatta culturalmente Dante. L’Occidente, invece, lo ha fatto Virgilio compilando l’Eneide. Non lo dicono i biliosi intellettuali, ma i più grandi scrittori del secolo scorso: l’americano trapiantato in Inghilterra Thomas S. Eliot e l’austriaco fuggito negli States Hermann Broch, ad esempio. L’Eneide, infatti, scritta sotto l’impero di Augusto, racconta la nascita di Roma e dunque dell’Occidente. E da chi viene fondata Roma? Da Enea, un troiano (cioè, un turco), che fugge dalla città devastata, in fiamme, prima sbarca a Cartagine, in Tunisia, infine, su un barcone, approda in Sicilia. Diversamente da Ulisse, che compie il suo viaggio per tornare a casa, a Itaca, Enea lascia per sempre la sua casa, per fondarne, nell’incertezza, una nuova. Con lui porta il padre e il figlio. E i suoi dèi. Risalendo l’Italia, deve combattere contro le popolazioni autoctone. Nel proemio dell’Eneide Virglio descrive Enea per quello che è: un uomo capace di estrema compassione (pio), ma un profugo. Profugo. Questo è Enea, ripassatevi il secondo verso dell’Eneide. Un profugo che sbarca sulle coste siciliane. E costruisce l’Italia, l’Occidente. La storia si compie continuamente, cari miei. Gli immigrati che approdano sulle nostre coste, musulmani o atei, sono centinaia, migliaia di Enea venuti qui a costruire la loro casa. Rassegnatevi e gioite.

Davide Brullo

 

Libri 2015: roba da retroguardia

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Il mercato editoriale è una cosa bellissima. Sostanzialmente, è una sontuosa contraddizione. ‘Mercato’ significa vendere, vendere, vendere. ‘Letteratura’ significa scrivere quel libro magnetico, totale e assoluto che annienta tutti gli altri, li rende inutili, vani, illeggibili. In sostanza, una casa editrice dovrebbe pubblicare solo libri vertiginosi, capaci ogni volta di nanificare quanto è stato pubblicato prima. Ovvio che per guadagnare debbano farcire il mercato di stupidaggini. Il mercato editoriale è bellissimo perché per evitare che si tramuti in una palude (d’atronde, i libri più importanti di sempre, da Omero a Dante, da Eliot a Dostoevskij, son tutti squadernati gratis on line) ti dicono quali sono i più bei libri del 2015 prima ancora che siano usciti. D’altronde il mercato editoriale odierno è questo: vendi ciò che decidi che deve vendere. Perché chi compra libri non sa cosa compra, basta che inciampi in una pila di libri nella prima libreria che capita convinto che sia una macelleria. Così il “The Indipendent” fa la lista degli irrinunciabili. Intanto, “Il gigante sepolto” (The Buried Giant) di Kazuo Ishiguro, per forza magnifico perché “è passato quasi un decennio dall’ultimo libro dello scrittore”. Tra gli attesi, anche il Premio Nobel Toni Morrison che in “Dio salvi il bambino” (God Save The Child) racconta “come un trauma infantile possa plasmare, danneggiandola, una vita adulta” (sai che novità). Matt Haig, invece, quello del Club dei padri estinti, ci spiega quali siano i “Motivi per rimanere in vita” (Reasons to Stay Alive), componendo “una meditazione sulla depressione”, in cui c’è poco da stare allegri, perché “dando un occhio al quadro generale, nel mondo occidentale il suicidio è la prima causa di morte per giovani sotto i 35 anni”. La letteratura finisce qui. Poi ci sono i libri sensazionalistici (Il diario di Gauntanamo scritto da “un detenuto imprigionato per 12 anni”, una manciata di libro che omaggiano Hollywood), la scelta è sempre ampia. Certo, c’è da dire, è un mercato editoriale a rischio zero: troppo facile puntare su un premio Nobel e su due scrittori pluritradotti in ogni angolo del globo. Non una novità, non un guizzo. Sarà un 2015 da retroguardia.

Davide Brullo

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