Ci ho litigato e ci siamo abbracciati mille volte, e mille altre volte continueremo a farlo: è l’unico splendido Grande Vecchio dell’editoria italiana che mantiene lo spirito battagliero del giovane che si porta dentro e non lo abbandona mai, è Mario Guaraldi. Leggetevi questo suo articolo di una settimana fa: IL MERCATO DEI LIBRI CROLLA. E L’ASSOCIAZIONE EDITORI SPOSA LA RETORICA.

Mario ha ragione su tutto, tranne che su una cosa, non secondaria: sbaglia nel continuare a pensare che l’AIE (Associazione Italiana Editori) sia un interlocutore rilevante per le sorti del mercato del libro. E sbaglia a pensare che si tratti, come scrive, di “mandare a casa tutta la dirigenza dell’AIE“. L’AIE non conta più nulla da tempo, tutto ciò che fa e che dice è di fatto irrilevante. E la sua dirigenza è, come è logico che sia, nient’altro che la longa, o forse ormai brevis manus dei tre-quattro gruppi editoriali che cominciano a percepire che col digitale la loro egemonia è destinata a sfaldarsi e a crollare.

Bella buona e giusta mi pare invece l’invocazione di una Costituente del Mondo del Libro. Perché no? Perché non provarci, e a prescindere dall’AIE? Penso, come credo pensi anche Mario, che valga la pena provare a chiedere chi ci sta, e organizzarla per ragionare sui punti chiave da affrontare in termini costruttivi e propositivi, lasciando ad altri la sterile velleitaria difesa di un passato verso cui è difficile provare una pur minima nostalgia. Una Costituente del Libro che si riunisca per una rifondazione, su nuove basi di sostenibilità economica, ambientale e culturale, del mercato e della filiera del libro, con lo scopo di individuare:

  • nuovi modelli di business sostenibili per tutti gli attori della filiera (digital first ecc…)
  • soluzioni digitali per la circolazione della cultura (libri fuori commercio, esauriti, ma sotto diritti, diritti non rintracciabili, ecc…)
  • DRM

Chi ci sta?. Oltre a Mario, intendo, cooptato d’ufficio