Autore: Andrea Conti

IL CORPO CHE NOI SIAMO. Di Andrea Conti

il corpo che noi siamo

5 novembre 2014 – BIBLIOTERAPIA 2014 – Come ammalarsi (o curarsi) con i libri

Variazioni sul tema: Mente e Corpo

Conversazioni, letture e visioni a cura dell’AISPED Associazioni Italiana Studio e Psicoterapia Eating Disorder.

Auditorium – Istituto “G. Lettimi” Rimini – Ore 17 – Ingresso Gratuito

Quando qualche giorno fa una mia cara amica, giovane psicoterapeuta con una brillante carriera in divenire, mi ha chiesto se avevo voglia di scrivere un racconto sul tema Corpo e Dolore Mentale non ci ho pensato un attimo. Mi ha buttato l’idea la sera e la mattina del giorno dopo, ore nove, il racconto era pronto. Il titolo del racconto: L’uomo che si tatuava il dolore. Racconto duro, diretto, di quelli che ti colpiscono dritti allo stomaco. Solo dopo averlo terminato il Grande Censore, il mio Super-Io, ha iniziato a pormi delle domande.
Di seguito il dialogo di quella mattina tra Me (me) e il Grande censore (gc)

gc: “Davvero hai intenzione di mettere in piazza così brutalmente i tuoi sentimenti?”
me: “Non è che ho voglia. In effetti è difficile. Ma qui si tratta di un’urgenza!”
gc: “Urgenza di un pubblico che ascolti e giudichi le tue profonde ferite? L’urgenza è un bell’aperitivo con una bella ragazza!”
me: “Si anche quello. Ma ti sei chiesto come mai abbia scritto questo racconto in cinque minuti senza modificare una parola? Quel racconto era già dentro me.”
gc: “Davvero non temi il giudizio di quel pubblico?”
me: “Oh certo che lo temo. Non ci dormo la notte. Ma sai come la penso. lo scrittore ha il dovere morale di mettere le proprie parole al servizio del progresso umano. Qui si tratta di una rivoluzione del sentire. Di una rivoluzione umana. Come posso non esserci? Ce l’ho pure tatuato sul braccio!”
Così ho messo a tacere il Grande Censore. Ho inviato il racconto alla mia amica che, entusiasta, l’ha fatto leggere alla sua equipe. Qualcuno ha pianto, qualcuno si è commosso. Insieme hanno deciso che “L’uomo che si tatuava il dolore” avrebbe fatto parte della conferenza su Corpo e Dolore della Mente.
Tutto il resto della conferenza è una sorpresa. Mi hanno detto che ci sarà una pianista, una simulazione di seduta terapeutica con un’attrice e una fase di approfondimento del tema.

Se siete parte della rivoluzione umana, forse dovete venire.

Andrea Conti

“3 Uomini” presenta DAY ZERO

presentazione del romanzo 3 uomini di Andrea ContiIl romanzo Tre Uomini torna su un palcoscenico. Immaginate la solita presentazione? Con l’autore seduto davanti a una distratta platea a leggere impettito alcuni passi del suo libro? Non venite. Rimarreste delusi.
Day Zero è un’esperienza nuova. Il libro è solo l’oggetto. Quasi una scusa. Day Zero è fatto di persone.
Finalmente riesco a rispondere con illusoria precisione a una domanda piuttosto semplice. Ma difficile.
“Il tuo libro di cosa parla?”
Il mio libro parla di anticomunicazione. In un mondo in cui tutti sono in contatto con tutti, nessuno lo è veramente. Si rischia di perdere il senso profondo della comunicazione. Quell’atto così straordinario che ci fa esclamare con orgoglio: “Noi siamo la specie superiore!”.
Nel mio libro tutto il mondo diventa un tetro museo di statue di pietra. Rimangono in vita solo pochi eletti e anche la comunicazione tra di loro incespica, si riduce a pochi, freddi dialoghi. Il flusso del libro spesso coincide con quello della coscienza del protagonista, che si trova solo, in un mondo che fatica a comprendere.
A cosa serve questa digressione sul libro? Per dire che è un falso mito l’idea che uno scrittore comunichi meglio degli altri. Oggi è bravo a comunicare chi risponde più velocemente di tutti a una frase strillata su Facebook e riesce a dimenticarsene dopo un istante, inseguendo il nuovo post. Oggi moglie e marito sono seduti allo stesso tavolo ma si guardano raramente negli occhi, impegnati a scoprire le ultime novità dagli “amici”.
Io sono l’anticomunicazione. Tre Uomini è l’anticomunicazione. Day zero è il mio modo di comunicare.
Ecco cosa prevede la serata.
Ci sarà un concerto di musica cantautorale italiana con Mark Dantes e Daniele Romani: vi dedico le loro parole e la loro musica.
Ci sarà il videoclip di Tre Uomini, realizzato con il mio amico Andrea Bartoli: vi dedico la sua poesia.
Ci sarà Alessia Bastianini che ballerà sulle note di Max Richter e Chopin: vi dedico la sua grazia.
Ci sarà il sottoscritto che si sveglierà da un sonno profondo come se fosse “il primo uomo”: vi dedico la mia anticomunicazione.

Andrea Conti

Romanzo Tre Uomini. Di Andrea Conti

Se mi chiedi “Perché scrivi? Vuoi diventare famoso?”.
Ti rispondo “Perché corri? Perché preghi? Perché ami? Perché fai tutto quello che fai?”
La verità è che non esiste una risposta. Il libro non è il fine. Il libro è il mezzo. Come un’autostrada che ti scorre dentro.
Tre Uomini è nato in un pigro pomeriggio di ozio. Disteso sul divano di casa, la mia vecchia casa, non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla dozzinale riproduzione del dipinto Golconda di Magritte. Perchè quegli uomini precipitavano (o salivano o fluttuavano) dal cielo? Quel giorno nacque Tre Uomini. Per cercare di rispondere a domande che non hanno risposte.

golconda

Renè Magritte-Golconda (1953)

Tre uomini piovuti dal cielo. Tre uomini distesi a terra perfettamente allineati. Indossano abito nero e camicia bianca. Nessun segno della caduta sui loro corpi. Cristallizzati come in un sonno eterno. Nessuna espressione sul loro volto se non quella di un’innaturale quiete.”
Questo avvenimento misterioso irrompe nella vita di quattro amici partiti per un breve week-end  di relax in mezzo alla natura e cambierà per sempre il destino delle loro vite (e dell’umanità intera).
Chi sono queste tre misteriose presenze? Cosa hanno in serbo per l’umanità? Si può credere alle parole del primo uomo che svegliandosi afferma di essere Dio?
Questo libro è un viaggio alla ricerca di un significato, tra corpi pietrificati, domande senza risposta, visioni premonitrici e un destino che fatica a rivelarsi. Attraverso il viaggio si scopre la desolazione del mondo, il senso dell’amicizia, l’importanza dell’amore che solo può sopperire al vuoto di senso dilagante.
È soprattutto un viaggio interiore del protagonista. La durezza del mondo esterno è specchio di un’anima lacerata da molte ferite. Le statue di pietra che popolano il nuovo mondo sono i fantasmi che popolano la sua mente.
Fino alla rivelazione finale. Quando il destino sembra compiersi. Suggerendo che ciò che sembra non sempre è.

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