Mese: Luglio 2013

Renato Barilli – Tutto sul Postmoderno

Il Post-modernismo sguazza, si immerge,
nelle frammentate e caotiche correnti del cambiamento
come se non esistesse che cambiamento

David Harvey

Renato Barili, critico d’arte e di letteratura fra i numeri uno in Italia, dopo aver contribuito a mettere dei punti fermi agli snodi essenziali della nostra storia recente con tanta carta stampata, si riconferma innovatore. Accompagnato dai tipi della Guaraldi Editore sperimenta le pratiche dell’eBook e del Print on Demand per la sua ultima pubblicazione “Tutto sul postmoderno”. Un’operazione che si trova in perfetta sincronia con il tema centrale dell’opera.

Se scorriamo l’Enciclopedia Treccani.it infatti leggiamo che “il postmodernismo è contrassegnato, secondo i suoi teorici, dall’accantonamento del modello estetico modernista…” E chi altri è il simbolo della modernità se non Gutemberg con la sua colossale scoperta? Cosa se non la stampa?
E continua: “… si rivela in una molteplicità stilistica che riscopre la valenza liberatoria di pratiche condannate dall’ortodossia modernista, come l’eclettismo e il revival.” Al nostro libro digitale si accompagna la possibilità della copia cartacea singola, quella unica, personalizzata, preziosa, il revival dell’incunabolo…

Con queste modalità l’autore si preoccupa di dare una linea interpretativa per risolvere parecchie questioni relative allo studio del postmoderno, in maniera colloquiale e sintetica, senza l’ambizione di fare un discorso esauriente in termini quantitativi, ma con la volontà di dipanare un intricato filo logico e cronologico. Chiarisce innanzitutto cosa si intende per età moderna e cosa per età contemporanea, intraprende la strada del postmoderno a partire dalla sua alba, tra fine ‘700 e inizio ‘800, continuando con il mezzogiorno e le sue avanguardie storiche del ‘900, per finire con la lunga attuale fase autunnale .

L’eBook in formato PDF, ePub e Kindle è disponibile su guaraldi.it e su tutti gli altri store on-line di e-commerce a soli 6,99 euro e potete ritrovare le sue atmosfere nello studio in Secon Life di GuaraldiLAB.

Tecnologia Solidale 2013

Venerdì 12 luglio a Roma, presso la Camera dei Deputati (Sala de Mappamondo), durante il Convegno Tecnologia Solidale 2013, saremo chiamati a parlare e discutere di un argomento più che mai attuale: l’accessibilità del mondo digitale indiscriminatamente a tutti, disabili in particolar modo, come una delle tante applicazioni della tecnologia in grado di semplificare e migliorare la vita.

L’accessibilità spesso viene confusa con un generico diritto all’accesso alle informazioni, o con la disponibilità di una connessione a Internet. Ma la parola accessibilità sul Web ha un altro significato: tanto tempo fa Tim Berners Lee, l’nventore del Web come lo conosciamo e direttore del W3C (www.w3.org), incise nel marmo le seguenti parole:

“The power of the Web is in its universality. Access by everyone regardless of disability is an essential aspect”.

L’accessibilità è una qualità delle pagine che compongono i siti Web e dei documenti elettronici. Essa chiede che tutto quello che viene distribuito sul Web possa essere fruito da chiunque, indipendentemente dallo stato fisico personale e dagli strumenti utilizzati.

La frase pone un accento particolare, un occhio di riguardo per le persone con disabilità.

Ma a livello tecnico come avviene tutto questo? Com’è possibile, per esempio, che un cieco possa leggere un libro o un ipovedente ingrandire o ridurre il carattere e adattare la dimensione della pagina alle proprie necessità, o un daltonico cambiare colore del testo e di sfondo della pagina e tutto questo senza perdere il portentoso design grafico?

L’iniziativa del W3C chiamata WAI (Web Accessibility Initiative)(www.w3.org/WAI) si occupa proprio di determinare regole e metodi che permettano questa inclusività: nel gruppo di lavoro WAI sono presenti rappresentanti delle maggiori software house, produttori di hardware, associazioni di disabili, governi, esperti programmatori, e tutti contribuiscono nel definire strategie e realizzare strumenti che permettano di rendere davvero di uso universale i nostri documenti in modo che, almeno sul Web, si possa realizzare quella uguaglianza di diritti che potremmo chiamare umanità.

E funziona: quando le regole stabilite dalle WCAG 2 (www.w3.org/WAI/intro/wcag.php) (il corposo documento che stabilisce le regole da seguire per realizzare pagine accessibili) vengono applicate, si realizza questa magica sinergia fra tecnologia e vitalità, proprio in quegli ambiti che potrebbero essere difficili o impossibili da raggiungere in condizioni di disabilità.

Così, a seguito di questa spinta, disponiamo di sistemi operativi che includono nativamente il supporto all’accessibilità e di programmi in grado di gestire le interazioni fra documenti elettronici e tecnologie assistive. Per far funzionare la magia, occorre però che i documenti vengano preparati nel rispetto delle regole.

Non basta che sul monitor si veda del testo: la scansione di un qualsiasi testo non è testo, è soltanto un insieme di pixel che rappresentano graficamente delle forme. È facile da capire: provate a selezionare il testo rappresentato in un’immagine, è impossibile. Oppure provate a immaginare il vostro libro impaginato tutto con la stessa font e alla stessa dimensione: diventa difficile capire dove sono i titoli, quale sia il loro rapporto gerarchico, dove siano strilli e didascalie, tutte quelle informazioni visuali che codificate in centinaia di anni di tipografia ci permettono di riconoscere al volo il significato semantico di ciascun blocco informativo.

L’accessibilità fa proprio questo: ricostruisce in forme diverse quelle informazioni semantiche, permettendo a chiunque di fruire dei contenuti utilizzando sensi diversi: così, se non vedo il corpo del carattere, la tecnologia assistita potrà comunicarmi “questo blocco che stai leggendo è un titolo di livello 1”, oppure “questa è una tabella composta da tre righe e tre colonne, stai leggendo la cella uno della colonna due”…

Universalità e inclusione. Qualche volta richieste per legge, altre volte scelta di vita.

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